È ampiamente riconosciuto che la colomba, simbolo di pace, nn è affatto un animale pacifico. Si sa che vecchio come il Cucco (o bacucco) non vuol dire nulla, perché se metti su google immagini “bacucco” nn viene fuori la faccia di uno vecchissimo. Giovanni Bacucco 124 anni, di Nocera Umbra… Non esiste! Non è mai esistito Giovanni Bacucco, detto Vanni Cucco… eppure si dice.
E si dice anche lavorare come un negro. Scusate è ma UN PAIO DI BALLE. Si dovrebbe dire, lavorare come un toubab… un toubab cooperante e sostenibile. No perché è un po’ che andiamo in cantiere per sistemare i problemi elettrici della struttura, e ci troviamo a stretto contatto con i muratori, che: pausa sigaretta, pausa thè, pausa perché fa troppo caldo… arrivano le 6, fine turno, e via.. a casa… e noi sempre lì… Riccardo occhio vitreo, fronte imperlata di sudore, espressività azzerata, e dizione incomprensibile. Io ironia molesta, ghigno polemico stampato in faccia, madido tutto, e nessuna connessione tra l’apparato celebrale e quello vocale. In poche parole due tossicodipendenti in fase terminale che si aggirano alle 7 di sera in un cantiere deserto, senza neanche ricordarsi del perché si trovino lì, ma che in fondo, se ci dovessero rimanere, nn sarebbe così male per dormire…. a parte qualche calcinaccio, e qualche cane notturno, di cui si intuisce la presenza, quando se ne vedono, e soprattutto se ne sentono, le tracce la mattina. La tre giorni in cantiere a portato Monsieur Fall, il responsabile del cantiere, o meglio l’imprenditore edile, o meglio ancora, un brianzolo di colore, che ha “cumprà tutta la baracca” (perché monsieur Fall parla brianzolo stretto) a cambiare elettricista, smontare mezza palazzina, e rifare l’impianto elettrico dell’intero piano terreno. E tutto questo sotto nostra precisa indicazione… neanche dire che il nuovo elettricista, che al primo incontro ci aveva salutato con il calore che contraddistingue i senegalesi, al secondo incontro ha cercato di darci in mano dei fili dell’alta tensione, cementarci vivi, spararci, buttarci giu dal terzo piano, portaci al mare con delle “scarpe” di cemento, e ora che ci penso, ha anche preso quello strano accento siculo, la voce un po’ roca e tutti lo chiamano Don… c’è da dire che è molto elegante però, un elettricista che si presenta in cantiere con il gessato e il garofano rosso all’occhiello è una dimostrazione di classe nn indifferente…
Comunque per ora abbiamo una pausa dal cantiere, l’elettricista ha lavoro per i prossimi sei anni, e intanto cerchiamo di inventarci qualcos’altro per tenerlo occupato. Così va a finire che non si dirà nemmeno lavorare come un cooperante… si dirà lavorare come un elettricista, quando quelli di ISF-MI non hanno niente di meglio da fare che venir qui a rompere le balle… punti di vista…
sabato 25 agosto 2007
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4 commenti:
Vedo all'orizzonte una larga intesa Provolo-Prosperini.
Ciao Ma, ciao Ric...
vedo che piu al sud si va e piu le cose diventano lente...
meno male che ci sono i milanesi che lavorano sempre per mandare avanti il mondo!!!
un forte abbraccio...statemi bene...a presto.
Nino
Vedo all'orizzonte una larga intesa Quattrone-Borghezio.
Well written article.
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